Flora nel Montiferru

Il Montiferru è caratterizzato da un’inconsueta varietà di specie, distribuite in diversi ambienti vegetali, frequentemente compenetrati tra loro e legati alle diverse quote. Si passa dalla vegetazione costiera alla macchia mediterranea, non tralasciando gli oliveti e i frutteti, per finire con le leccete e i pini di recente rimboschimento.

La foresta primordiale del Montiferru era costituita da lecci secolari già nel Settecento, ma che nel secolo successivo furono tagliati durante quel dissennato disboscamento che privò la Sardegna di oltre 500.000 ettari di bosco. La lecceta domina la fascia di territorio oltre i 400 metri s.l.m. e fino ai 900 circa, non di rado interrotta da aree destinate al pascolo nelle quali la mano dell’uomo ha inciso sullo sviluppo di alberi e piante con i tagli e gli incendi boschivi. Al leccio si accompagnano in misura minore la quercia, la roverella, il lentisco, il corbezzolo, il pero selvatico, il tasso e poche ma fitte formazioni di agrifogli, strappati miracolosamente al taglio indiscriminato e che oggi, alti decine di metri, si ergono non lontano da Scano Montiferro e a Santu Lussurgiu in zona Sos Olostriches (che significa appunto Gli Agrifogli). Nell’area compresa fra Funtana Longa e Cravedu vegetano anche Aceri Montani. La lecceta è spesso resa quasi inaccessibile dalle specie lianose, quali rovi, clematide, caprifoglio, salsapariglia, edera e tamaro, mentre le rocce sono a volte punteggiate da licheni e, oltre una certa quota, perennemente ricoperte dal muschio.

Per quanto riguarda il sottobosco si evidenziano specie quali ciclamino, alloro, polipodio, finocchio selvatico, biancospino, peonia, digitale, lillatro, belladonna, pungitopo e rare orchidee selvatiche.

Nelle zone sommitali, a causa principalmente dello sferzante vento di maestrale, resistono solo erbe basse quali borracina, capelvenere, elicriso, gariga e timo, non mancando comunque qualche sparuto albero letteralmente piegato dal vento.

Nelle zone meno impervie scendendo verso il mare la fa da padrona la cosiddetta macchia bassa con mirto, ginestra, rosmarino, gigaro, asfodelo, cisto, euforbia, siepi di fico d’India, erica, tamerici e olivastri. Le zone tra Cuglieri, Scano Montiferro e Sennariolo sono ricoperte da oliveti, mentre i vigneti sono comuni nei terreni più vicini alla costa; impiantati dall’uomo sono anche il castagno, l’acero, il fico e la quercia da sughero. Superfici olivate si estendono anche sul versante meridionale del massiccio, nei territori comunali di Seneghe e Bonarcado.

Nelle coste sabbiose sono presenti le specie psammofile quali il ravastrello e la calcatreppola, alle quali segue il cardo e la gramigna delle spiagge che concorre a consolidare il sistema dunale di Is Arenas la cui zona è caratterizzata dalla presenza di una vastissima pineta artificiale costituita da varie specie di pino, impiantata negli anni cinquanta per contrastare l’avanzata delle sabbie, verso la strada statale e le zone interne.

Purtroppo dal 23 al 31 luglio del 2021 la flora e la fauna sono state minacciate da un incendio di spropositate dimensioni, che ha abbracciato i territori dei comuni di Bonarcado, Santu Lussurgiu, Scano Montiferru, Sennariolo e Cuglieri soprattutto, e oltre il Montiferru stesso Sindia, Tresnuraghes, Sagama, Flussio, Macomer.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Montiferru